sabato 5 aprile 2014

Bucarest ROM - Transalpina ROM - Voineasa ROM


Alla mattina il tempo era molto incerto. Le previsioni davano pioggia sicura a est e schiarite a ovest. Ho deciso di tentare di percorrere la Transfăgărășan, una strada fatta costruire da Ceaușescu come risposta all'invasione della Cecoslovacchia da parte dell'Unione Sovietica nel 1968. E' un capolavoro di ingegneria e soprattutto una delle più belle strade del mondo. Ho caricato la moto, mi sono vestito e sono partito. Rimaneva solo un dubbio... sono in una bella capitale europea, ho solo passato una notte qui e sto già partendo senza averla nemmeno visitata in parte. Ho una carta di credito e non ho paura di usarla. Sono già alla periferia, cambio un po' di euro e torno indietro per racimolare nel ricordo almeno qualche sito di maggiore interesse. Piove a sprazzi ma non mi faccio intimorire.
Davanti al botteghino di cambio alla periferia di Bucarest

Museo Nazionale

Università


Il palazzo che si è fatto costruire Ceaușescu ormai Palazzo del Popolo. La seconda costruzione per grandezza al mondo dopo il Pentagono
Lascio Bucarest ROM e mi dirigo verso Pitesti ROM. Lì dovrebbe iniziare la Transfăgărășan. Il poliziotto la sera prima mi ha confermato che dovrebbe essere aperta ma io continuo ad avere qualche dubbio. Tira un vento fortissimo e piove a tratti. Per contrastare il vento laterale  devo correre per un centinaio di chilometri con la moto inclinata verso destra. La costante presenza di camion non aiuta. Mi fermo ad un distributore e trovo un ragazzo della TNT spedizioni. Chiedo quale direzione devo tenere.

Fa molto freddo e mi fermo per la colazione. All'autogrill mi confermano che la strada è chiusa. Deluso decido di arrivare a Sebes ROM per la via normale E81. 

La strada è molto bella anche se il traffico è notevole. Mi sto avvicinando alla Transilvania.

Su di un passo montano alcuni studenti stanno piantando alberi.


Sono le 12:00, vedo alla mia sinistra le indicazione per la strada Transalpina, un'altra strada in quota che -sono certo-, conduce anch'essa a Sebes. Si tratta della seconda via più bella della Romania. Senza indugio la imbocco, non prima di essermi assicurato con alcuni residenti che sia aperta. Tutti mi tranquillizzano e mi dicono che l'asfalto è buono anche se la frase dell'ultima persona mi lascia perplesso: "Con questa moto non c'è nessun problema!"... Ma cosa significa? E' aperta o no? 
La imbocco commettendo l'errore che mi costerà caro.


Inizia a piovere. La strada si snoda in interminabili tornanti. I veicoli la percorrono sono davvero pochi... la cosa un po' mi insospettisce...
Passo vicino a misere piste da sci. Adesso capisco perché la Romania non sforna campioni.
Posto di ristoro con carne alla brace
Dopo un paio d'ore di strada le auto spariscono del tutto. Sono solo nel mezzo dei Carpazi e comincio a subdorare la fregatura. La neve compare anche ai margini della strada. Capisco di aver fatto la cavolata, ma dopo tanta strada tornare indietro mi brucia troppo. Stringo i denti e spero di sbucare prima o poi sulla E81.
Lacul Vidra


Mi pento di aver fatto la deviazione, di non essermi informato meglio... di non aver cambiato gomme prima del viaggio. Ma sono caparbio e non mi va di buttare al vento un centinaio di chilometri. La strada piano piano si trasforma in un tratturo: restano solo le tracce per il passaggio degli pneumatici. La moto carica salendo, quando trova il ghiaccio, tende ad impuntarsi e mettersi di traverso. Se la moto cade non so rialzarla da solo. Per almeno una cinquantina di chilometri non c'è anima viva. Se anche riuscissi a telefonare non saprei chi chiamare e cosa dire. Inizia a fare buio e freddo. Corro il rischio di venir ritrovato col disgelo primaverile ed essere esposto accanto all'uomo di Similaun. Ho la mente invasa da mille pensieri fino a quando l'evidenza dei fatti e l'istinto di sopravvivenza hanno il sopravvento.

Giro la moto ed inizio la non-meno-facile discesa. Striscio con gli stivali sul fondo ghiacciato e cerco di frenare il meno possibile per non scivolare. Peccato che nessuno possa assistere a tanta competenza motociclistica! Devo tenere duro per una ottantina di chilometri fino al primo paese. I vestiti sono bagnati fradici, procedo a velocità bassissima ma so di aver fatto la cosa giusta. Molto lentamente ritorno a Voineasa ROM carico di freddo fame e stanchezza. 

Vedo la pensione Dalia e mi fermo subito. Il figlio della proprietaria parla un misto di inglese e romeno. Ci accordiamo per il prezzo e chiedo di pagare subito: il giorno dopo non dovrò aspettare nessuno e potrò ripartire quando credo. Scendo al minimarket per procurarmi la cena.

La moto sarà al chiuso all'entrata.

La stanza è di un rosa confetto con dettagli barocchi. Incredibile! Conoscono perfettamente i miei gusti!


Ha un terrazzino che dà sul torrente. 

Noto che la pensione Dalia è un multi-service: c'è l'insegna della pensione, del minimarket ed un misterioso cartello con scritto Night-Club. Cosa sarà mai un Night-Club in un paese di una trentina di anime dove il più giovane avrà 80 anni?
Scordavo che è sabato. La musica da discoteca, sparata a 200 decibel accompagnerà il mio sonno fino alle 03:00 del mattino, alternando successi internazionale del momento a quelli di San Remo. Avrei anche voluto scendere a "fare 4 salti", ma non ero proprio dell'umore adatto ,-).
Meglio consolarsi con l'alcool

La pensione fotografata il giorno dopo

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