domenica 6 aprile 2014

Voineasa ROM - Kolozsvár H (Cluj Napoca ROM)

Nonostante la musica alta ho dormito bene. Vestiti, stivali e guanti si sono asciugati e caricata la moto sono pronto a partire. Il tempo è incerto ma il meteo dice che migliorerà verso metà giornata. Oggi entrerò in Transilvania ed ho molte aspettative sulla tappa.
Ripasso davanti alla casetta del custode della diga che mi ha dato l'indicazione sbagliata assicurandomi che la strada era aperta. Mi fermo per fare una fotografia a questo sant'uomo. Lui esce sbraitando che le foto sono vietate per motivi di sicurezza.

E' doveroso fare una breve premessa. La Transilvania, prima dello scellerato Trattato del Trianon del 1920, era terra ungherese. Col trattato l'Ungheria perde 2/3 del suo territorio e vede aprirsi una ferita ancora oggi non rimarginata. Dall'oggi al domani cittadini ungheresi diventano stranieri in patria, minoranza spesso vessata che non può neanche usare la propria lingua. Oggi vorrei sentire la magiarità di queste terre, trovare qualcuno con cui parlare, farmi raccontare la storia della famiglia e della loro vita. 
Ripasso davanti al cartello di ieri: ma 'sti rumeni non potevano avvisare che la strada era chiusa? 
E poi cosa significa 'sto   INCHIS    scritto in rosso?   :-o
Mi arriva un sms dalla collega Giuliana che mi raccomanda di stare attento al fantasma del Conte Dracula. Che sia il caso di comprare dell'aglio?
 Mi lascio alle spalle i Monti Cindrel teatro del mio fallimento di ieri.
L'aria inizia a scaldarsi. Sono di nuovo in strada, c'è il sole, poco traffico ed è domenica. Correre è un piacere e sono davvero felice. Passando per Talmaciu ROM sento suonare le campane e sul tetto di una casa vedo una croce.
Decido di fermarmi per la messa anche se non so di quale chiesa si tratti.
Dentro la gente prega inginocchiata ed ogni 10 secondi fa il segno della croce.
Il prete e i fedeli comunicano con il canto. E' un momento davvero toccante.
Riprendo la strada. Questa è un'indicazione seria che non lascia dubbi sulla percorrenza della Transalpina!
Molte strade sono di recente realizzazione ed il navigatore spesso perde la bussola. 
Avevo capito di essere andato fuori percorso ma non pensavo così tanto!
Dopo Julio Iglesias è la volta di Billy Idol... in Romania riciclano tutto!


Chiesa romana verso Gyulafehérvàr
Monastero Ramet verso Gyulafehérvàr

Volevo raggiungere un altro monastero ma, come già scritto, le mie doti fuoristradistiche sono nulle e quindi dovrò tornare indietro.
 Raggiungo Gyulafehérvàr città della Grande Ungheria (ante Trianon) ora in territorio romeno.
Nella costante ricerca della magiarità individuo un ristorante con insegna ungherese ed entro. 
In inglese ordino un kebab impiattato. Durante l'attesa, quando vedo che è il momento giusto, mi rivolgo alla cameriera in ungherese e le chiedo: " Lei parla ungherese?". Per nulla stupita mi risponde con un deludente "Just a little bit!"... in inglese! Ma cavolo... ho fatto 3000 km alla ricerca della magiarità transilvana e tu mi rifili un "Just a little bit!"??? ;-((((((
Smontato nelle mie buone intenzioni mi concentro sul piatto e smetto di parlare. Sento poi che saluta in ungherese i clienti che entrano e la cosa mi dà ancora più fastidio.

Un po' scoraggiato esco in strada a bere una lattina energetica che tra l'altro a me non fa un cavolo. Tanti anziani si fermano a guardare la moto. Io li saluto in ungherese ma la cosa si ferma lì... nessuno mi rivolge la parola. Eppure a me basterebbe anche una semplice richiesta di informazione... un tentativo di vendita di qualcosa... magari anche solo una multa dal vigile... ma niente... qui non cavo un ragno dal buco. Riparto diretto a Kolozsvàr e non mi arrendo.
Verso Aiud vedo una bella chiesa in ristrutturazione ed entro.
Ho visto una signora sfregare con insistenza l'orologio su questa icona. Attendo che si allontani e la imito... non si sa mai....
 Anziane pregano poco distante.
Tornando sulla strada principale vengo fermato da una banda di ragazzini che mi avevano visto passare all'andata e mi attendevano al varco per il ritorno. Chiedo a tutti il loro nome finché un ragazzino mi dice di chiamarsi Istvàn. "Tu parli ungherese!" gli dico. E lui stupito: "Igen!".
E' un attimo di vera gioia. Tutti hanno qualcosa da chiedere e lui fa da interprete.
"Quanto va veloce la moto?"
"Quanto consuma la moto?"
"Quanti chilometri ha corso la moto?"
Quando tocca alla ragazzina, che è sveglia ma soprattutto donna, mi chiede "Quanti anni hai?".
Tutti si mettono ordinatamente in fila per accendere e spegnere la moto e poi per tirare una accelerata anche se restano delusi dal fatto che dal tubo di scarico non esce abbastanza fumo.
Alla fine tutti sono molto soddisfatti e anche io lo sono.




Il grande Katona Istvàn, il mio interprete.
Quando è stata l'ora di andare mi hanno pregato in ginocchio di partire impennando la moto. Gli ho detto che non ero capace. Abbiamo raggiunto il compromesso che avrei suonato il clacson partendo. Così è stato.
Kolozsvàr
In Ungheria oggi ci sono le elezioni politiche e mia moglie mi ha sconsigliato di parlare in ungherese con il primo che capita. Effettivamente in centro c'erano pattuglie di polizia in tenuta anti-sommossa credo a scopo precauzionale. Mi sono avvicinato a loro per chiedere dove trovare un alloggio ma visto che nessuno mi rispondeva in magiaro ho deciso di non usare l'inglese e mi sono allontanato.

E qui accade ciò che aspettavo. Un taxista in attesa dei clienti poco lontano, mi chiede in ungherese cosa sto cercando. Dopo i primi convenevoli iniziamo a parlare dei magiari di romania. Gli racconto di tutte le raccomandazioni di mia moglie di fare attenzione con chi parlo, di non toccare tasti nazionalistici o di parlare delle elezioni in Ungheria. Lui si mette a ridere rassicurandomi che il problema non esiste e che si può parlare apertamente di tutto. Poi improvvisamente si ferma e mi chiede se lo sto filmando con la fotocamera (ma allora si può parlare o no?). Fatto sta che mi racconta dei suoi nonni, dei suoi figli, della vita in Romania, del fatto che i poliziotti parlano certamente ungherese ma non vogliono farlo. Io racconto di me e della mia famiglia, dei miei parenti di Budapest. Nelle sue parole c'è una nota di dignitosa tristezza e rassegnazione (o forse è la mia immaginazione a farmela percepire). Mi consiglia di visitare Körösfő una città ungherese autentica verso Orodea. Dopo un'ora abbondante di conversazione ci salutiamo. Prima mi accompagna all'Hotel Meteor.

Tòth Kàroly

 Dopo la doccia esco a fare il turista.

Trovo anche la Maria Nazionale (ma non era la De Filippi?). Se poi si aggiunge il fatto che (come dice il manifesto) canta musica tradizionale napoletana, penso dovrà trattarsi di uno spettacolo fantastico... altro che "C'è posta per te"!

I due orsi


Mátyás király

Faccio un po' di salti prima di cena
Neanche oggi che è domenica sono riuscito a cambiare Leu... ed allora vai di McDonald!

Travelers
Rientrando all'Hotel ascolto i discorsi della gente per strada. Da un signore impegnato in una conversazione telefonica vengo a sapere che le elezioni in Ungheria sono state vinte da Orbán Viktor di Fidesz. Altra cosa curiosa che noto è che continuano a chiamare vie e piazze col vecchio nome ungherese... questa si che è resistenza ad oltranza!

















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